1. Come insegna Cicerone nel De oratore, un testo argomentativo per persuadere deve saper toccare l'emotività del lettore: così Beccaria con un artificio teatrale riproduce i pensieri di un delinquente.
Se gli unici elementi di deterrenza dal compiere reati sono la minaccia della tortura e della pena di morte qual è il ragionamento che non lo distoglie dal compiere anche il piu' atroce delitto ?
2. Qual è la argomentazione piu' forte che Beccaria utilizza, secondo te, nel capoverso tredici per criticare l'atrocità e l'assurdità di pena di morte e tortura ?
3. Prima di concludere Beccaria deve confutare l'obiezione che nella storia si è sempre fatto così, che la pena di morte è sempre stata utilizzata.
Nel farlo Beccaria ci permette di comprendere che per lui la storia non è maestra di vita, historia magistra vitae come sostenevano i classici. Con quali affermazioni egli esprime la sua visione della storia ?
4. Nel capoverso diciassette Beccaria sostiene che nella storia spesso a vincere non è la verità ma piuttosto l'errore: quali affermazioni esprimono questo concetto ?
5. Nell'ultimo capoverso tuttavia Beccaria sembra nutrire qualche speranza che sia giunto nella storia il tempo in cui potrebbe trionfare la verità, il bene: perchè ?
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